All’interno dei moderni ambienti di sviluppo, il collaudo software rappresenta un elemento essenziale per certificarne la reale qualità, attraverso un controllo finalizzato a verificare che il programma sia completo, corretto, funzionale ed efficace. Seppur non vi sia un approccio universale, è indispensabile un’analisi che indichi nel dettaglio quali siano le migliori best practice da seguire.
Lo sviluppo software impone il passaggio da una visione astratta, basata su specifiche predefinite, a un’implementazione concreta. Proprio in questa fase, è necessario creare una serie di casi di prova che collaudino ciò che è stato realizzato. Solamente con un approccio focalizzato su processi di verifica e validazione è possibile scoprire i difetti presenti e comprendere se il sistema sia utilizzabile o meno in determinate condizioni operative.
Vediamo allora quali sono le 4 best practice per il collaudo dei software.
1. La strategia di collaudo parte dall’organizzazione
Fin dalle prime fasi di sviluppo, è un requisito primario attuare una strategia di collaudo del software correttamente pianificata, al cui interno vengono definiti il piano generale, le risorse necessarie, i casi di prova, le verifiche da effettuare, oltre alla raccolta e valutazione dei risultati ottenuti.
Questa attività viene data spesso in carico al team di sviluppo che, tuttavia, potrebbe essere condizionato nell’esecuzione di ciascun collaudo, data la conoscenza approfondita del funzionamento dell’applicativo. Pertanto, è indispensabile la presenza di un gruppo di collaudo che sia indipendente e affianchi il team di developer, in modo da procedere in totale autonomia nella definizione dei requisiti del prodotto, delle metriche strategiche e nello sviluppo di un piano di collaudo.
2. Analisi statica del software e automazione
All’interno di ogni singola fase del processo di sviluppo, è possibile anche compiere un’analisi di rappresentazione statica del sistema per garantire la sicurezza e la qualità del codice, esaminando la sintassi e lo stile con il fine di identificare potenziali bug. Esistono diverse metodologie che comprendono sia le analisi di controllo, di gestione dei dati e dell’interfaccia, sia quelle relative a guasti ed errori.
Data la complessità di questo processo, in un’ottica di semplificazione e automazione, si possono adottare strumenti di analisi statica con cui rendere più efficace ed efficiente la gestione del codice, evitando che problematiche riscontrate in fasi iniziali siano posticipate e semplificando l’attività di revisione, così da comprendere la reale entità delle modifiche.
3. Analisi dinamica per un collaudo perfetto
Per quanto concerne l’interazione tra utente e software, l’analisi dinamica è un’ulteriore procedura di test eseguita attraverso l’osservazione del comportamento dinamico del sistema, ovvero durante la sua esecuzione. Di fatto, è proprio in questa fase che automazione e functional testing diventano principali protagonisti.
Lo scopo principale dell’analisi dinamica del codice è di identificare gli errori mentre un programma è in esecuzione, le funzioni vengono invocate e le variabili contengono valori. Questa metodologia può essere definita complementare all’analisi statica, in quanto verifica dinamicamente che il software sia conforme a tutti i requisiti in qualsiasi scenario, e che le modifiche apportate nei rilasci non causino problematiche a livello di regressione.
4. L’importanza di un framework per il collaudo software
A causa dei cicli di rilascio software sempre più brevi derivanti dagli ambienti di sviluppo Agile e DevOps, l’analisi dinamica richiede uno sforzo notevole per eseguire ogni singolo test in modalità totalmente manuale. Oltre a spostare il focus dell’attenzione del team, collaudare manualmente il software diventa spesso un processo incompleto e non esaustivo, con il risultato di non garantire un reale collaudo e il livello di qualità previsto.
Attraverso i sistemi di un framework di automazione dei test, è possibile simulare l’esperienza di un utente reale definendo le regole e le azioni da eseguire, così da poter testare le nuove release software su un parco eterogeneo di dispositivi e verificare l’assenza di bug o anomalie. Tutto ciò riduce la possibilità di errore, consentendo al team di sviluppo di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto, al fine di perseguire gli obiettivi di business e accelerare l’innovazione.
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