Il set-top box testing ha come obiettivo quello di garantire la qualità dei servizi per l’utente. In quest’ottica, è fondamentale che i test coprano i due aspetti principali del prodotto, hardware e software. Solamente attraverso test accuratamente realizzati sarà possibile certificare il set-top box, ma anche raggiungere l’obiettivo di introdurre sul mercato un prodotto capace di offrire un’esperienza di utilizzo qualitativamente elevata.
Testing dell’hardware
La verifica dell’hardware del dispositivo è il primo step del set-top box testing. Seppure l’utente finale interagisca solamente con alcune componenti, il telecomando, i pulsanti fisici e i connettori situati sul pannello posteriore, come porte HDMI ed Ethernet, i set-top box racchiudono al loro interno hardware avanzato.
L’obiettivo è quello di sollecitare le interfacce hardware e verificare che la risposta sia congruente con quanto atteso. Il processo prevede l’utilizzo di strumentazione di misura ed eventualmente di software dedicato per accedere alle funzionalità di diagnosi messe a disposizione dalla componentistica utilizzata dal dispositivo. Inoltre, per garantire che l’elettronica sia capace di lavorare in condizioni climatiche non ottimali, una parte delle interfacce viene stimolata anche in un ambiente a temperatura controllata.
Testing del software
L’altra fase del set-top box testing riguarda, invece, il software. Al fine di garantire una qualità continua, le principali componenti software, quali boot loader e applicativo, devono essere verificate.
- Boot loader – Il boot loader provvede principalmente a inizializzare l’hardware del dispositivo, per poi attivare il sistema operativo; quest’ultimo, invece, ha in carico l’esecuzione del software applicativo. Non solo, il loader può ricoprire anche la funzione di client per il download delle immagini software (boot loader stesso o applicativo) via satellite e, eventualmente, via IP.
Al pari di quello di altri prodotti consumer, il boot loader del set-top box può mettere a disposizione funzionalità di recovery come, ad esempio, il reset delle impostazioni di fabbrica (per riportare i dispositivi di memoria non volatile a uno stato noto) o il restore di un banco di memoria che presenta un’immagine software (solitamente dell’applicativo) corrotta.
Solitamente il test del boot loader è di tipo manuale; tale scelta è motivata dalla bassa frequenza dei rilasci del componente in questione (l’aggiornamento del loader è spesso legato a un cambio di componentistica o modifica hardware) che non giustificherebbe il ROI di un’eventuale automatizzazione.
- Testing dell’applicativo – La fase di test dell’applicativo ha lo scopo di verificare che la user experience offerta all’utente finale sia quella attesa.
In questo caso, si procede alla creazione di scenari utente, dove si ha l’interazione con la UI del dispositivo,da seguire in modo pedissequo. Le procedure di test riguardano sia l’interazione sia la risposta del sistema in molteplici casistiche, come, ad esempio, l’aggiornamento software, la schedulazione di registrazioni, la fruizione di contenuti on demand, ecc.
Non solo, al fine di garantire la miglior esperienza utente, ai test funzionali si aggiungono quelli relativi alla qualità A/V quali, ad esempio, video pixelation, video freeze, audio glitch, out-of-sync with audio. Se in passato questi ultimi richiedevano un intervento umano, ora, grazie a tool software o apposita strumentazione, è possibile automatizzare l’intero processo di verifica del corretto funzionamento sia dell’audio sia del video.
Inoltre, con l’utilizzo della rete Internet da parte dei set-top box, il test dell’applicativo deve coprire un contesto più ampio: i problemi non riguardano più solamente l’antenna o la parabola, bensì possono derivare dalla connettività locale o remota. Nel dettaglio si procede a test di interoperabilità per verificare l’effettiva compatibilità tra il set-top box e i router di diversi provider o di terze parti, così da poter garantire il completo funzionamento del sistema. Una delle tematiche più rilevanti è quella relativa alla possibile instabilità della connessione domestica, che richiede l’adozione di determinate policy (fallback plans) sul set-top box, per garantire capacità di resilienza da parte del dispositivo stesso.
In particolare, per le piattaforme IP, più sensibili a problemi afferenti alla rete dati, il test del live streaming avviene anche simulando un disservizio di rete temporaneo (bandwidth throttling), così da verificare il grado di reattività del set-top box a repentine fluttuazioni di banda.
Il set-top box testing sempre più indispensabile
Il mondo dei set-top box è in continua evoluzione. Con l’avvento dei servizi IP, al fianco o come alternativa a quelli SAT, si sta assistendo a una continua evoluzione dell’offerta ai clienti finali. Sono sempre più diffusi servizi di streaming di contenuti live e on-demand, profilazione utente e interattività tramite applicazioni multimediali dedicate; da qui la necessità di avere un dimensionamento opportuno delle risorse sia da parte dell’ISP che del broadcaster.
Ciascuno di questi aspetti porta come diretta conseguenza quella di rendere il set-top box testing ancor più indispensabile. Infatti, solamente attraverso l’adozione di un’ampia serie di test è possibile garantire la qualità continua dei servizi, rispettando l’obiettivo finale di assicurare la miglior esperienza utente possibile.
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