NAPOLI – E’ sabato, un sabato d’estate e mentre il sole splende ancora nel cielo partenopeo e prima ancora che il mare ne rifletta il suo rossore al tramonto, alla corte del Castello aragonese di Baia, Domenico Lanzo (Presidente ed Amministratore Delegato di Netcom Group, ndr) attende i suoi uomini.
Le sue preziose risorse. E li richiama nella sua città, al Sud, a Napoli. Riserva loro l’ingresso principale. L’ingresso di quello che, per un pomeriggio, quello del 15 luglio ’17, diventa il suo Castello. Sceglie quello di Baia, dalla storia tormentata e dalla destinazione cangevole. Da villa privata a fortezza militare, da prigione di guerra a dimora per terremotati ad orfanotrofio. Ma anche nella sua odierna veste, quella di museo dei campi flegrei, resta sempre una fortezza. Una fortezza che protegge dagli attacchi nemici, una fortezza che ha superato persino le eruzioni vulcaniche di questo territorio così dannato e al contempo magnanimo. Ecco che, la sua, non è una scelta a caso. E lo racconta, nel suo saluto iniziale, con voce fiera ed emozionata. Orgoglioso di aver trovato l’immagine concreta della sua azienda: la roccaforte aragonese, per l’appunto. Il promontorio, dalla morfologia cangiante a causa dell’attività vulcanica, è situato in un territorio che sa adattarsi, che sa risorgere. Tenacia, Determinazione, resistenza. Queste le solide fondamenta su cui poter fare affidamento per costruire un “luogo” sicuro. Il castello, in posizione dominante, così grande per contenerli tutti i suoi uomini, con le loro diverse abilità, inclinazioni ma con la stessa strategia di difesa. Regala loro un percorso di storia che racconta l’evolversi di quelle città, su imitazione delle poleis greche. Cuma, Pozzuoli topograficamente e culturalmente descritte dal loro sorgere al loro inevitabile declino. Un percorso che scandisce il tempo nei ritrovamenti archeologici, che sperimenta visivamente il susseguirsi dei secoli. Un percorso che offre l’odore della storia e, se si è fortunati, il saluto dei gabbiani al richiamo del mare come colonna sonora. Un percorso in salita, fino ad arrivare nel punto più alto. Perché è cosi che funziona in Netcom Group, tutti devono e possono ambire a raggiungere il posto più in alto, quello da cui si vede il mare e l’orizzonte si allontana di un po’. Quello da cui si perde ogni coordinata. E ci si accorge che nord e sud sono solo delle convenzioni, perché il collega del nord, l’azienda del nord, sono lì a guardare, nella stessa direzione. Oltreoceano, partendo da quella fortezza, la Netcom Group, appunto.
Nulla è lasciato al caso, nemmeno la splendida veduta del suggestivo golfo di Pozzuoli che, nel frattempo, ha permesso alla natura di offrire una rigenerante cromoterapia. Uno spettacolo di luci che, quasi sicuramente, mai fino a quel momento, ha avuto rivali. Ed invece, quella sera, Domenico Lanzo ha regalato ai suoi un vero spettacolo di luci e colori. Come un mecenate, si è circondato di savi uomini, da un lato i suoi soci, ingegneri, collaboratori, direttori e dall’altro artisti di strada. Il fuoco, l’acqua, la terra e l’aria trasformano il “Lost Paradise”, nella location perfetta. Il Fuoco e l’aria, sapientemente miscelati in una danza tribale che, attraverso movimenti e suoni, stabiliscono il contatto primordiale, quello uomo-natura. L’acqua e la Terra, l’acqua del mare di cui erano pieni gli occhi e il cuore e la Terra, quella su cui imprimere i passi di una vita, lasciando le orme di un percorso verso il futuro. Un futuro in cui la mano dell’uomo, che nei secoli è diventata abile esecutrice di una mente in progresso, ricrea i colori che la natura offre. E, proprio come la pietra filosofale trasmuta i metalli vili in oro, così l’uomo, sfruttando il suo imprinting primordiale, crea il suo spettacolo di luci. Questa volta a led, sapientemente manovrate dai performers di Lux Arcana, scelti da AV Comunication. Sebbene tecnologicamente costruito, il riflesso condizionato in chi guarda è lo stesso di quando si assiste ai giochi di luce di Madre Natura: contrazione pupillare e stupore nell’animo. “ENJOY YOUR LIGHT” Questo l’augurio del Presidente, questo il migliore dress code della serata. E’ stata una festa, un banchetto. Se potessimo realizzare un wormhole e poterlo sfruttare per mettere in connessione i secoli che si sono succeduti dagli aragonesi ad oggi e se il Re Alfonso II d’Aragona potesse a sua volta sbirciare quanto accade ai piedi del suo castello, probabilmente applaudirebbe con entusiasmo e dal suo banchetto, regale e sontuoso, mostrerebbe ai suoi commensali il futuro. Sì, perchè, sotto il cielo stellato di Baia, quella sera, era stato allestito il miglior banchetto dei tempi: quello di Netcom Group. Fonte: Primapress
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