Verrà presentato il 4 agosto all’EEE International Conference On Service-Oriented System Engineering, un articolo scientifico, scritto dai professori del Dipartimento DIETI dell’Università Federico II di Napoli Roberto Canonico e Giorgio Ventre, Gaia Ambrosino del Cesma della Federico II e dall’ingegnere Giovanni Fioccola di NetCom Group nella quale viene presa in considerazione la piattaforma di testing NetCom.
Nell’articolo scientifico “Container Mapping and its Impact on Performance in Containerized Cloud Environments” è stato approfondito il trend recente relativo alla conversione delle tradizionali applicazioni monolitiche in microservizi, argomento che ha suscitato l’interesse di numerose aziende, interessate sempre più a sfruttare i vantaggi dei container in scenari basati sul Cloud computing e su approcci DevOps. Più in dettaglio, sono stati affrontati i molteplici problemi che possono sorgere quando un’applicazione complessa, sviluppata secondo il pattern architetturale a microservizi, è distribuita in uno scenario Cloud privato in cui i container sono allocati all’interno di macchine virtuali. Tali container costituiscono un meccanismo di “pacchettizzazione” grazie al quale le applicazioni sono astratte dall’hardware sottostante. Il contesto di riferimento, quindi, è quello del Cloud computing, dove sono sempre più frequenti gli scenari in cui si vogliono raggiungere elevati livelli di scalabilità, flessibilità e disponibilità, sfruttando i vantaggi della virtualizzazione. Nell’articolo è stata proposta un’architettura a tre livelli per la corretta integrazione delle diverse tecnologie di virtualizzazione esistenti. È stato inoltre evidenziato come la distribuzione di applicazioni complesse in tali scenari debba avvenire prendendo in considerazione la combinazione di macchine virtuali e container, così da offrire la massima flessibilità ed efficacia nell’utilizzo delle risorse. Inizialmente, è stata presa in considerazione la piattaforma di testing sviluppata da NetCom Group S.p.A., di cui è stato studiato il refactoring secondo un’architettura a microservizi. L’applicazione risultante è stata poi distribuita in uno scenario di Cloud privato implementato nel data center di Netcom Group S.p.A.. In tale scenario, è stato configurato il software open-source Kubernetes al fine di orchestrare e automatizzare il deployment, la scalabilità e la gestione di container. Tale software è stato distribuito su macchine virtuali all’interno di un’infrastruttura di Cloud computing basata su OpenStack. Successivamente, è stato analizzato il comportamento dello scheduler di Kubernetes e sono stati eseguiti alcuni benchmark. Ciò ha consentito di ottenere una serie di linee guida da prendere in considerazione nell’implementazione di logiche di scheduling, in scenari in cui i container Docker sono orchestrati da Kubernetes e allocati su macchine virtuali gestite da OpenStack.
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